4

bambina

Davanti e dietro di lui si stendevano le solite colline e non c’era traccia di paesi o altre costruzioni. Dopo alcuni secondi si risolse ad andare avanti, sperando di trovare qualcuno.
Dopo un paio di saliscendi intravide una figura vestita di bianco in lontananza.
Finalmente qualcuno a cui chiedere indicazioni!
Mentre si avvicinava si rese conto che era una bambina, ma questo non lo preoccupava.
Sempre meglio di niente si disse.
Quando fu a un centinaio di metri sbiancò.
La bambina era uguale a sua figlia Noemi.
Quando i metri diventarono una decina ebbe la certezza che si trattava di lei.
Ma non è possibile… è morta tre mesi fa…
Leo era terrorizzato e tremava vistosamente.
Accostò la macchina vicina al punto in cui c’era la bambina e questa si girò verso di lui scuotendo la testa con uno sguardo triste.
Aprì la portiera per correre da lei, mentre gli occhi gli diventavano lucidi, ma quando scese dalla macchina la bambina sparì.
Leo urlò la sua disperazione e iniziò a cercarla intorno, ma esattamente come prima, l’ambiente non offriva nascondigli.
Era semplicemente sparita.
Si appoggiò con la schiena alla macchina mentre continuava a tremare e chiuse gli occhi per visualizzare di nuovo la scena.
Era lei, non so come sia possibile ma era lei…
Noemi era stata investita da un pirata della strada su una strada molto simile a quella in cui si trovava in quel momento. Aveva dovuto riconoscere con grande dolore il suo corpicino, l’avevano anche seppellita.
Non poteva essere lì, viva!
Dentro di sé non c’era niente che desiderasse di più di riaverla con loro, ma sapeva che non poteva succedere, era morta.
Prima quell’uomo, ora Noemi… cosa mi sta succedendo?
Aveva paura.
Se stava avendo delle allucinazioni voleva dire che c’era qualcosa che non andava in lui; il problema era che si trovava chissà dove, senza la possibilità di chiamare aiuto e intorno a lui continuava ad esserci il nulla.
Dopo un paio di minuti decise che si era ripreso a sufficienza e risalì in macchina.
L’unica cosa che poteva fare era andare avanti per quella strada sempre uguale, sperando in qualche cambiamento.
Gli si illuminarono gli occhi quando, un paio di chilometri dopo, la sua speranza si realizzò.
Mentre il sole si avviava lentamente verso il suo riposo, nella luce incerta del crepuscolo vide sbucare delle case.
Un paese, finalmente! Ora potrò chiedere indicazioni.
Un nuovo ottimismo gli permise di mettere da parte i pensieri per quello che era successo poco prima, rimandandoli al momento in cui fosse arrivato a casa.
La strada lo guidò in mezzo alle case e subito il suo ottimismo subì un arresto.
Non si vedeva anima viva.
Case con le tapparelle abbassate, negozi chiusi; sembrava che fossero scappati tutti insieme per non tornare più.

 

3

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Io quell’uomo l’ho visto… ma dove è andato a finire e perché poi non ci ha aggrediti? Eravamo una preda facile, ma ha rinunciato…
La cosa che più di tutte non riusciva a capire Leo era come fosse possibile che Anna non avesse visto quell’uomo. C’era ancora molta luce e quindi avrebbe dovuto vederlo chiaramente.
Decise di risalire in macchina il più in fretta possibile perché quell’uomo, chiunque fosse, era sicuramente ancora nei dintorni e avrebbe potuto riprovare ad aggredirlo.
Mise in moto e si avviò nella direzione indicata dalla ragazza.
Guidava, ma la sua mente continuava a visualizzare la scena.
Io l’ho visto, c’era! Continuava a ripetersi, cercando di convincersi di non avere avuto un’allucinazione.
Quando riportò l’attenzione sulla macchina si rese conto di aver già percorso cinque chilometri, ma non aveva ancora trovato nessun incrocio.
Rallentò, guardandosi intorno, ma non vedeva altro che colline.
Sarà una mia impressione pensò ma mi sembrano le stesse di prima…
Era seriamente indeciso su cosa fare, il suo ritorno a casa si stava allontanando sempre di più. Decise di fermarsi un attimo a lato e avvisare sua moglie del ritardo.
Ci manca solo che stia in ansia perché sto tardando…
Una volta accostato, si girò verso il sedile del passeggero per prendere il telefono dalla giacca e in quel momento vide un movimento con la coda dell’occhio.
Si voltò di scatto verso i sedili posteriori e si trovò davanti l’uomo di prima che lo fissava con un coltello in mano.
Leo piantò un urlo e si allontanò dall’uomo, poi slacciò la cintura, schizzò fuori dalla macchina e corse per un centinaio di metri, poi girò leggermente la testa e si rese conto che nessuno lo seguiva.
Com’è possibile?
Vide un bastone abbastanza massiccio per terra, lo prese e si diresse cautamente verso la macchina. Man mano che si avvicinava, una certezza si fece strada dentro di lui: non c’era nessuno lì dentro.
Quando poi fu davanti allo sportello del guidatore ebbe la conferma: era completamente vuota e in ordine. Ci girò intorno, si abbasso per guardarci sotto e poi diede ancora un’occhiata alla strada, ma si rese conto che non c’erano nascondigli possibili, era una zona molto spoglia di vegetazione.
Ma dove diavolo è finito?!?
Leo si accorse che stava tremando.
Aprì la macchina, diede ancora una veloce occhiata e poi salì, posando il bastone sul sedile del passeggero.
Mise in moto, ma lasciò la macchina in folle e cercò di riprendere il controllo.
Più ci pensava e più era sicuro di aver visto quell’uomo sui sedili. Il suo cuore aveva accelerato quando lo sguardo si era posato velocemente sul coltello che teneva in mano.
Eppure, per la seconda volta in poco tempo, era sparito, senza aggredirlo e lasciandolo con mille dubbi.
C’era, c’era, ne sono sicuro… si ripeteva con sempre minore convinzione. In realtà dentro di sé cominciava seriamente a chiedersi se non si fosse sognato tutto.
Ma per due volte di fila? Non è possibile!
Improvvisamente realizzò che era ancora in ritardo e che sua moglie lo stava aspettando a casa. Prese quindi il telefono in mano, ma vide che anche lì non c’era campo.
Maledizione!
Decise di lasciar perdere la telefonata, ingranò la prima ma rimase fermo.
E ora dove vado?

 

2

Ruote_a_terra

Non era mai stato un tipo ansioso, di quelli che hanno il terrore di stare soli in casa o accendono ogni luce possibile e immaginabile per controllare che nel buio non ci sia nascosto qualcuno, ma dovette ammettere che provava un po’ di inquietudine, si sentiva solo e abbandonato a se stesso.
La strada scendeva per poi risalire; Leo fece questo saliscendi un paio di volte, senza notare nel paesaggio differenze né dettagli che potessero aiutarlo ad orientarsi.
Dopo aver fatto una curva, vide poco distante il triangolo di emergenza di una macchina e rallentò. Superatolo, vide una station wagon con una ruota a terra e una ragazza abbastanza giovane che ci girava intorno ansiosa.
Per un breve attimo Leo fu tormentato dal desiderio di tirare dritto e non aumentare il suo ritardo, ma poi per fortuna il suo animo buono prevalse e, superata la macchina, si fermò e scese per vedere se poteva aiutare.
La ragazza reagì con diffidenza, portandosi a distanza man mano che Leo si avvicinava, ma poi evidentemente decise che quell’uomo che stava venendo verso di lei non aveva cattive intenzioni, ma che anzi poteva essere la salvezza.
«Salve signorina, posso aiutarla?» chiese Leo gentilmente.
«Oh, è il cielo che la manda!» disse in maniera concitata «Mi si è bucata una gomma e io non so come sostituirla. Ho provato a chiamare il mio ragazzo, ma il telefono non prende in questo posto maledetto! Non sapevo proprio cosa fare, questa è anche la macchina di mio padre e…»
«Si calmi, ora le do una mano.»
Leo cercò di mettere da parte la sua ansia per il ritardo e aprì il bagagliaio della macchina. Dopo aver spostato una serie di borse, sacchetti pieni di roba inutile e alcuni peluche, riuscì finalmente a raggiungere la ruota di scorta.
Mentre alzava la macchina con il cric e iniziava a svitare i bulloni, avrebbe voluto avere tra le mani chi diceva che il lavoro fisico aiuta a liberare la mente. Più il tempo passava e più Leo era teso, sapendo che stava accumulando ritardo e in quel momento non poteva neanche avvertire sua moglie perché il telefono non prendeva.
La ragazza intanto continuava ad essere nervosa. In tutte le chiacchiere che sparò a raffica, Leo riuscì a cogliere che si chiamava Anna, era una studentessa di filosofia, aveva un appuntamento con il ragazzo di lì a poco e tutta un’altra serie di cose che a un certo punto decise di ignorare.
Dopo aver avvitato l’ultimo bullone, riabbassò la macchina, posò il cric e tutto il resto della roba nel bagagliaio e chiese alla ragazza:
«Lei è di queste parti? Perché io dovrei andare a Chiano, ma non sono molto pratico della zona.»
«Certo, guardi deve andare giù di qua, poi fra un paio di chilometri troverà un incrocio. Lì deve prendere la strada che va a destra, quindi…»
Anna non riuscì a completare la frase, perché vide che il volto del suo salvatore era contratto in una smorfia di paura.
«Cosa c’è? Cosa ha visto?»
Leo stava fissando un uomo dall’aspetto minaccioso, sbucato chissà da dove, che si stava dirigendo verso di loro.
«Signorina, scappi, lo tratterrò io.»
«Ma di chi sta parlando?» chiese ansiosa Anna dopo essersi guardata in giro – Qui non c’è nessuno a parte noi due.
«Scappi le dico, si sta avvicinando!»
Anna iniziò ad allontanarsi da Leo, terrorizzata.
«Cosa vuoi bastardo?» urlò Leo «Lasciala stare!»
L’uomo, impassibile, continuava a muoversi verso di loro. A un certo punto tirò fuori un coltello e si diresse verso la ragazza.
Leo, d’istinto, si gettò sulla ragazza per proteggerla, abbracciandola.
Anna urlò, ma Leo non voleva lasciarla, mentre stava aspettando di sentire il dolore della coltellata.
Passarono alcuni secondi, poi, dal momento che non succedeva niente, Leo si girò e non vide più nessuno intorno a loro.
Come diavolo è possibile? si chiese Dov’è finito quell’uomo?
Sentì un urlo nelle orecchie e poi Anna iniziò a muoversi nervosamente, cercando di liberarsi dalla stretta di Leo, che allora la lasciò andare.
«Come si permette?!? Cosa crede, che solo perché mi ha aiutata può fare quello che vuole?»
«No, si figuri…» replicò imbarazzato Leo «C’era un uomo armato che stava venendo verso di noi, volevo solo proteggerla.»
«Balle! Non c’era nessuno, ha solo tentato di mettermi le mani addosso, lurido porco! Se la trovi da solo la sua strada.»
Molto velocemente risalì sulla sua macchina, mise in moto e sfrecciò via davanti a un Leo molto confuso.