6

tazza

Cercò di ripensare ai presenti. In apparenza l’unico che poteva avere un movente era Riccio, essendo il solo a conoscere il dottor Boi.
In quel momento Greco si rese conto di essere stato un idiota. Si era fatto distrarre dalle sue sensazioni e non si era reso conto che Riccio non era l’unico a conoscere il dottore.
Si girò verso l’infermiera.
Lei lo conosceva il dottore e di sicuro da più tempo di Riccio.
Sarebbe stato possibile?
Ripensò a tutto quello che era successo dal ritrovamento del cadavere.
Erano rimasti isolati perché il telefono era muto, ma su questo fatto avevano solo la parola di Anita, nessun altro aveva controllato.
Rimaneva da capire come aveva fatto a liberarsi dell’arma e a fare in modo che tutto finisse in quel modo.
E finalmente Greco visualizzò la scena e capì com’erano andate le cose.
Si alzò e andò verso Anita. La donna aveva appena posato il telefono.
«Stanno arrivando, saranno qui in dieci minuti al massimo.»
«Bene» disse Greco a bassa voce «così possiamo parlare.»
La fissò dritto negli occhi e lei sostenne lo sguardo.
«Di cosa voleva parlare?» disse lei, mostrando con il tono e l’espressione la sua natura gelida.
«Sei riuscita a fregarci tutti, complimenti.»
«Grazie.» il suo sorriso era inquietante.
«Hai infilato la spina modificata, hai ucciso il dottore e poi, una volta tornata al tuo posto, hai tolto la spina e hai riacceso l’interruttore.»
«Come l’hai capito?»
«C’era qualcosa che non mi tornava, era tutto troppo semplice; e poi non riuscivo a capire come mai Riccio avesse reagito così, sembrava fuori di sé, quasi come se fosse drogato. E in effetti era così, giusto?»
«Molto bravo, complimenti. Sai anche come ho fatto?»
«Questa è facile: il tè. Con la scusa di fare il tè a tutti, sei riuscita a drogarlo e mettergli addosso l’arma del delitto. È stata una bella idea, devo ammetterlo.»
«Ti ringrazio. Forse non era necessario drogarlo, ma diciamo che ha dato quella spinta in più e ha permesso che la situazione degenerasse in fretta. Ah, non troverete traccia della droga, fidati.»
«Lo immagino.» disse tristemente Greco, poi con tono duro «Quanto alle impronte, scommetto che impugnavi il coltello con quel fazzoletto che hai usato per spostare la testa del cadavere. Di sicuro aveva già macchie di sangue sopra, ma ora non è più possibile determinarlo.»
«Esatto; come ogni mago sa, bisogna distrarre lo sguardo mentre si fa il trucco e un cadavere è di sicuro qualcosa che catalizza l’attenzione. Così, mentre voi fissavate il corpo, io ho tirato fuori il fazzoletto coprendo la parte sporca e poi ho fatto in modo che toccasse il sangue.»
«Perché hai ucciso il dottor Boi?»
«Quel porco continuava a mettermi le mani addosso. Una volta aveva approfittato che eravamo da soli e…» ebbe un brivido di disgusto.
«Perché non te ne sei andata?»
«Sarebbe rimasto impunito e invece doveva pagare, doveva morire.» disse con voce gelida «Ora ti starai chiedendo perché adesso sono così tranquilla.»
«Invece no. Sai benissimo che non ho prove contro di te e tutti testimonieranno che Riccio mi ha minacciato e quindi implicitamente ha confessato.»
«Molto bene signor poliziotto, dieci più quest’oggi.» il tono era sarcastico.
Greco non sapeva più cosa dire. Rimase in piedi davanti al bancone fino a quando non arrivò la polizia.
Mentre i suoi colleghi iniziavano a organizzarsi, seguì con lo sguardo Anita che si avviava verso la porta.
Prima di uscire si girò verso di lui e gli fece un sorriso crudele, che gli mostrò tutta la sua natura fredda.
Greco non poté fare altro che stare fermo e guardare un’assassina andarsene impunita.

5

dubbi

«Signore e signori, la situazione è questa.» iniziò a parlare con la sua voce forte, spezzando il silenzio «Al momento non posso realmente escludere nessuno dai sospettati, tutti avevamo più o meno le stesse possibilità di uccidere il dottor Boi. Dovrei trovare un movente e per questo dovrò interrogare ognuno di voi.» ci furono alcune proteste sparse, ma Greco andò avanti «Vi ricordo che sono un poliziotto e siamo in una situazione molto particolare. Prima di procedere con gli interrogatori vi devo chiedere di vuotare borse e tasche, per un motivo molto semplice: nel poco tempo a disposizione l’assassino non ha potuto liberarsi dell’arma del delitto e quindi ce l’ha ancora addosso.»
Greco osservò con attenzione la reazione di ognuno e vide chiaramente che non si fidavano di lui e non erano molto intenzionati a dargli corda.
«Comincio io» disse dopo alcuni secondi. Svuotò le tasche e depositò sul bancone il suo portafoglio, alcune monete, un pacchetto di sigarette e il taccuino con la penna e infine rivoltò all’esterno le tasche per dimostrare che non c’era altro.
Notò un certo sollievo intrufolarsi sui volti dei presenti, perché aveva appena dimostrato che c’era una buona probabilità che lui non fosse l’assassino e allora potevano fidarsi un po’ di più.
I coniugi Oliveri cominciarono subito a depositare oggetti sul tavolino della sala d’aspetto, seguiti a ruota dall’infermiera e dall’idraulico. Greco stava per dire a quest’ultimo che avrebbe dovuto controllare anche la sua cassetta degli attrezzi, quando con la coda dell’occhio vide qualcosa che lo fermò.
Aveva colto un dettaglio, una reazione.
Si girò verso Riccio e vide che aveva un’espressione strana. Se avesse dovuto azzardare, Greco l’avrebbe definita “sorpresa”, ma non ne era sicuro.
«Tutto a posto, signor Riccio?» gli chiese.
«Sì… cioè non lo so, perché nella mia tasca… c’è un…» si fermò e tirò fuori dai pantaloni un coltello che presentava delle macchie di sangue.
La signora Oliveri lanciò un urlo e divenne pallida.
«Signor Riccio, le devo chiedere di posare quel coltello.» disse con molta calma Greco.
«Ma questo non è mio…» disse in tono concitato Riccio «Non so come possa essere arrivato qui… Io non sono…»
Greco lo osservò con attenzione: si stava comportando in maniera strana, parlava e si muoveva a scatti. C’era qualcosa di strano in quello che stava succedendo, ma in quel momento c’era un’altra priorità: che fosse o non fosse l’assassino, era armato e molto nervoso, quindi doveva disarmarlo.
«Signor Riccio, posi quel coltello, per favore.» cercò di mantenere lo stesso tono calmo.
Con la coda dell’occhio vide che il signor Oliveri e Chiesa si stavano avvicinando con fare minaccioso. Greco si rese conto che era l’ultima cosa che avrebbero dovuto fare, rischiavano di far degenerare la situazione.
«Restate lì, ci penso io.» disse con tono autoritario. Vide che si erano fermati e tornò a concentrarsi su Riccio «Signor Riccio… Guido, posa quel coltello e nessuno ti farà del male.»
«Non è vero! Appena lo poserò voi mi salterete addosso e mi prenderete a calci fino a quando non morirò! Voi mi odiate!»
Se non fosse stato assurdo pensarlo, Greco avrebbe detto che fosse drogato.
«Guido, non è vero, nessuno vuole ucciderti.»
«Sì invece! Loro due là dietro non aspettano altro e tu hai la faccia tanto buona, ma sono sicuro che non vedi l’ora!» impugnò il coltello e lo puntò verso Greco «State lontani!»
La situazione stava prendendo una brutta piega e bisognava fare qualcosa al più presto. Riccio non era in sé e rischiava di ferire qualcuno.
Greco era abbastanza esperto nella lotta corpo a corpo, ma il coltello puntato verso di lui era pericoloso e avrebbe avuto bisogno di un suo momento di distrazione per attaccarlo.
«State lontani!» continuava a urlare.
Greco vide l’infermiera farsi leggermente avanti.
«Signor Riccio, per favore, si calmi.»
L’uomo si voltò un attimo verso di lei e Greco capì che era la sua unica occasione. Si scagliò verso di lui con tutti i suoi novanta chili e lo spinse contro il muro. Afferrò la mano che impugnava il coltello e cercò di farglielo mollare. Riccio reagì con violenza, trattenendolo, e spostò il braccio verso il poliziotto.
Greco reagì d’istinto e spinse via il braccio con forza. Sentì una resistenza iniziale e poi il bracciò continuò a muoversi nella direzione che gli aveva dato, fino a quando si bloccò.
Non si sentirono urla né gemiti, semplicemente Riccio si afflosciò tra le braccia di Greco e cadde lentamente a terra.
Tutti osservarono il suo petto, dove si era andato a piantare il coltello. Greco era ancora scosso e non riusciva bene a capire come fosse successo.
La signora Oliveri svenne e il marito si fiondò a sorreggerla.
Nessuno aveva il coraggio di parlare.
Dopo un tempo che non avrebbe saputo quantificare, Greco sentì che una mano si posava sulla sua spalla.
«Ottimo lavoro amico.» disse Chiesa
«Grazie.» riuscì solamente a rispondere.
Stava cominciando a mettere a fuoco gli ultimi eventi e si stava rendendo conto di aver ucciso un uomo. Era successo una volta sola, anni prima e anche allora era stato per legittima difesa.
Saperlo però non aveva alleggerito il senso di colpa allora e di sicuro non lo stava facendo adesso. Era certo che avrebbe rivisto per sempre la scena davanti ai suoi occhi e il signor Riccio sarebbe venuto spesso a fargli visita nei suoi incubi.
«Ora il telefono funziona.» disse Anita dopo un po’.
Greco si girò verso il bancone e si rese conto che dal momento in cui la lotta era finita non aveva mosso un muscolo.
«Bene, chiami la polizia e spieghi la situazione» disse cercando di mantenere la voce decisa.
L’infermiera annuì e compose il numero.
Greco andò a sedersi nella sala d’aspetto perché si rese conto che stava tremando. Una volta raggiunta la sedia che occupava prima che tutta quella storia iniziasse, chiuse gli occhi e cercò di riordinare le idee.
C’era una sensazione di fondo, che non riusciva a mettere a fuoco a causa di quello che era appena successo.
Sentiva che c’era qualcosa di sbagliato.
Tutti gli indizi portavano a Riccio: aveva una delle posizioni migliori, un probabile movente ed era stata trovata l’arma del delitto nelle sue tasche.
Se fossero stati in un romanzo giallo avrebbe detto che era troppo ovvio, che non poteva essere così facile, ma quella era la vita reale; quasi sempre il sospettato principale è il colpevole e doveva essere contento di aver risolto il caso senza che si facesse male qualche altro innocente.
Eppure quella sensazione non se ne andava.

4

spina

Greco si guardò intorno e vide che c’era una grande tensione nell’aria.
«Che succede? È tutto a posto?»
«Certo» disse con sarcasmo Chiesa «l’idraulico poveraccio e assassino cercava solo di fare un po’ di conversazione.»
Greco osservò con sguardo dubbioso la situazione e cercò di capire che cosa era successo mentre erano fuori.
La coppia Oliveri stava probabilmente causando troppa tensione ed era proprio l’ultima cosa di cui avevano bisogno, perché dalla tensione al panico il passo era molto breve.
«Non abbiamo trovato nulla» disse Greco «né tracce né indizi. Secondo il signor Riccio però è molto semplice fare in modo che il salvavita scatti.»
«Esatto. Basta una spina preparata in precedenza, al cui interno un filo faccia toccare il polo della fase e la terra. Non appena la si inserisce nella presa scatta il salvavita e non si può riattivare fino a quando non si toglie la presa. È un metodo che si usa a volte per testare velocemente il funzionamento del salvavita»
Molte domande passavano sui volti dei presenti, ma una su tutte. Fu il signor Oliveri a farla.
«Chi sarebbe stato in grado di montarlo? Io non saprei da che parte iniziare.»
Greco guardò Riccio, che spiegò:
«In realtà è un concetto molto semplice e non è così complicata da preparare. È un lavoretto da cinque minuti che chiunque potrebbe fare, la rete è piena di video che spiegano come si fa.»
«Video che spiegano come uccidere una persona?» disse ansiosa la signora Oliveri.
«No, come preparare una spina di questo tipo.»
Tornò il silenzio nella stanza e insieme ritornò la tensione.
«Volete del tè? Siamo tutti tesi e magari un tè caldo ci rilasserà un po’.» propose Anita.
«Mi sembra un’ottima idea.» disse Greco «Le serve una mano?»
«No grazie, ci penso io.»
Anita si diresse verso il suo bancone e tirò fuori un bollitore e delle bustine di tè.
Intanto Greco cercava di riordinare le idee.
Aveva cercato di procedere per gradi, analizzare la scena e immaginare i vari passaggi, ma con le informazioni che aveva raccolto non era riuscito a escludere nessuno, a parte se stesso. Certo, le due donne avevano qualche possibilità in meno a causa della loro posizione, però non c’era nient’altro di concreto.
Provò ad osservare i tre uomini rimanenti.
Il signor Chiesa, l’idraulico, sembrava una persona a posto. Greco aveva imparato, in tanti anni di polizia, ad andare oltre le apparenze; Chiesa aveva l’aspetto burbero che ci si aspetta da un lavoratore del suo tipo, ma per chi era in grado di vedere dentro le persone, come lui, era chiaro che era un pezzo di pane.
Il signor Oliveri, il marito nervoso, era appunto nervoso. Greco faceva sempre difficoltà a interpretare le sue sensazioni quando si trovava di fronte una persona così ansiosa, non riusciva a capire se fingeva oppure era sul serio in quelle condizioni. Lo osservò con attenzione e alla fine concluse che era quello che sembrava, un uomo semplice e dalla vita tranquilla che si era ritrovato in una situazione decisamente oltre il suo limite di sopportazione.
E infine guardò Riccio.
Eh già, Riccio. Greco lo fissò con attenzione, ma non riusciva a capire se l’aspetto e i modi da bravo ragazzo fossero solo una maschera. Era stato molto rapido a decidere di aiutarlo nell’indagine e lo stava assistendo in maniera molto precisa; da qualche parte una volta aveva letto che spesso gli assassini, quelli con dei seri problemi psicologici, cercano di inserirsi nelle indagini sugli omicidi che hanno commesso.
E poi non aveva avuto grandi reazioni la prima volta che si era avvicinato al cadavere. Certo, questo si poteva spiegare col fatto che era in Croce Rossa da anni, come aveva detto più volte. Eppure c’era qualcosa in quella calma che lo preoccupava…
Se in quel momento avesse dovuto scommettere su chi fosse il colpevole, la scelta sarebbe caduta su di lui.
Provò a riflettere sulle ultime scoperte riguardo al blackout; per provocarlo l’assassino avrebbe dovuto essere vicino a una presa.
Chiesa ne aveva una a portata di mano nel bagno mentre il signor Oliveri non avrebbe avuto possibilità di inserire la spina senza che Greco lo notasse, a meno che non si facesse aiutare dalla moglie. Scartò subito l’idea, non avevano certo l’aspetto di una coppia di assassini.
Guardò verso il tavolo dell’ingresso, vicino al quale si trovava Riccio prima del blackout, e vide una presa a circa un metro e mezzo dal pavimento. Sarebbe stato facile infilare la spina senza farsi vedere dal momento che prima del blackout dava le spalle agli altri e il suo corpo copriva la vista.
Come fare a escludere dei sospettati? Greco si rese conto che gli mancavano due cose: il movente e l’arma del delitto.
Nel poco tempo che aveva a disposizione l’assassino non aveva avuto certo modo di nasconderla, quindi doveva averla ancora addosso.
Di sicuro contava di liberarsene il prima possibile, ma l’ansia dei signori Oliveri aveva fatto in modo che ognuno sorvegliasse gli altri e quindi era impossibile fare movimenti sospetti.
Greco stesso non aveva perso di vista Anita e Riccio quando erano usciti con lui.
«Ecco il tè.»
Greco accettò di buon grado una pausa nei suoi ragionamenti. Anita stava facendo il giro di tutti i presenti, portando dei bicchieri di plastica con dentro il tè fumante. Vide che scambiava due parole con ognuno e capì che era riuscita a superare lo shock per la morte del dottor Boi ed era tornata al suo ruolo di infermiera, alla vocazione di aiutare gli altri.
Portò il tè anche a Riccio e gli chiese come stava, anche se si vedeva chiaramente che non era scosso e non aveva bisogno di essere consolato.
Infine arrivò anche da lui, gli porse il tè e gli chiese:
«Allora, come sta andando? Ci sono novità?»
«Per ora non eccezionali.» poi sottovoce «Le devo chiedere una cosa, anche se credo che non potrebbe dirmelo. Si ricorda se qualcuno di loro era già venuto in precedenza dal dottor Boi?»
«Vuole sapere se qualcuno lo conosceva già? Solo il signor Riccio, era già venuto due volte. Anzi, è strano…»
«Strano cosa?»
«Non sono affari miei, però l’ultima volta che era venuto aveva litigato in maniera abbastanza forte con il dottore. Mi sono stupita quando ha prenotato una nuova visita.»
«Mmm…»
Greco ripensò ai suoi sospetti e quello che aveva appena sentito. Possibile che fosse così facile? Ora il suo principale sospettato aveva contro di lui oltre alla possibilità anche un probabile movente.
Era il momento di togliersi i dubbi.