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strada

È tardi, sono tremendamente in ritardo.
Era questo il pensiero che stava tenendo compagnia a Leo fin dal momento in cui aveva acceso la macchina.
Aveva sempre odiato fin da ragazzino le persone che avevano fatto del ritardo uno stile di vita, lo riteneva una mancanza di rispetto.
Infatti aveva negli anni preso l’abitudine di arrivare sempre regolarmente in anticipo agli appuntamenti, cosa che spesso gli era anche costata lunghe e noiose attese, anche al freddo.
Ma se c’era una cosa che gli dava ancora più fastidio era l’essere egli stesso in ritardo.Era quello il motivo per cui in quel momento stava viaggiando senza fare troppo caso ai limiti di velocità, pregando che i vigili avessero deciso di fare festa quel giorno.
Non aveva nessun impegno urgente: stava semplicemente tornando a casa da sua moglie Sonia per cenare e trascorrere con lei una tranquilla serata a vedere un film.
Diciamo che voleva essere puntuale anche perché preferiva non lasciarla troppo sola; da quando avevano perso la loro figlia Noemi tre mesi prima lei non era più la stessa. Non che avesse mai mostrato istinti suicidi o cose simili, ma Leo sapeva che lei aveva bisogno che le stesse accanto e lo stava facendo, anche se non era sempre facile, perché anche lui aveva sofferto molto.
E poi comunque per lui era una questione di principio, le aveva detto che sarebbe arrivato alle sei e, anche se lei non gli avrebbe mai detto nulla, non intendeva arrivare in ritardo.
Proprio quando iniziava a pensare che sarebbe riuscito ad arrivare relativamente puntuale, vide in lontananza una luce lampeggiante che indicava l’inizio di un cantiere.
Maledizione, proprio oggi…
Quando fu più vicino al cantiere vide che iniziava con un senso unico alternato, regolato da un semaforo, ma poi più avanti si vedeva una deviazione obbligatoria.
Leo ebbe un breve accenno di panico; infatti non conosceva per niente la zona in cui si trovava, era stato da poco trasferito nel nuovo ufficio ed era riuscito a malapena ad imparare la strada base per tornare a casa, che comprendeva un giro per diversi paesini della collina.
Ora si trovava proprio in uno di quelli, di cui ovviamente non ricordava il nome, e il pensiero di deviare dalla sua strada abituale e tentare di orientarsi nella collina gli metteva molta ansia.
In aggiunta, cercare una nuova strada andando per tentativi avrebbe aumentato il suo ritardo e questo lo fece arrabbiare.
Si mise in coda da bravo cittadino e finalmente al terzo verde del semaforo riuscì a superarlo e dopo circa trecento metri svoltò a destra come gli indicava la freccia lampeggiante.
Nel giro di pochi secondi le macchine che lo precedevano si infilarono in diverse vie secondarie e Leo si ritrovò solo in quella che in un piccolo paese come quello poteva essere considerata la via principale.
Percorso un chilometro circa la strada lo portò fuori dal centro abitato.
Non c’era ombra di cartelli e Leo non riusciva a capire in quale direzione stesse andando, non c’erano più macchine né davanti né dietro e non c’era anima viva fin dove poteva vedere.