Invasione! (titolo di lavorazione)

1

Una luce bianca domina tutto.
Annulla ogni oggetto.
All’improvviso un’ombra nera si avvicina dall’orizzonte.
Si svolge una lotta tra i due fronti, ma l’ombra sembra più forte e la luce arretra sempre di più.
La paura comincia a crescere.
Dal nulla appaiono delle pareti che iniziano ad avvicinarsi.
Sono sempre più vicine, sempre più vicine…

Salomon aprì gli occhi urlando e si alzò a sedere di scatto. Era completamente sudato e il cuore batteva a una velocità folle.
Era ancora confuso, luci e rumori si alternavano intorno a lui in maniera apparentemente casuale. Lentamente riuscì a mettere a fuoco alcuni dettagli: vide delle macerie, poi in lontananza alcuni palazzi.
Un fascio di luce gli passò davanti agli occhi, Salomon si girò verso la direzione da cui proveniva e la vide: Julia Wilde era lì in piedi, con un arma enorme che non aveva mai visto. Mentre cercava una spiegazione a questa immagine, voltò la testa verso il bersaglio della donna e si paralizzò.
Cosa diavolo…
Salomon nella sua vita ne aveva viste tante, ma quella volta rimase scioccato.
Julia aveva sparato a un… essere dalla forma vagamente umana, ma dai contorni indefiniti, come se fosse un’ombra o qualcosa di simile. A renderlo ancora più strano c’era un enorme buco in mezzo al torace, ma quello probabilmente era stato causato da Julia.
Stava per alzarsi e dirigersi verso di lei, quando inconsciamente sentì di essere in pericolo e scartò di lato, appena in tempo per schivare un fascio di luce che andò a colpire il terreno.
Vide un altro essere con in mano un’arma, simile a quella di Julia, ma dai contorni meno definiti. Senza pensare, col solo istinto, afferrò una barra di ferro che vide di fianco a sé e si scagliò contro l’essere.
Quest’ultimo si scostò, schivando il primo colpo di Salomon, il quale però non si arrese. Animato da una rabbia potentissima, sferrò fendenti e affondi in maniera sempre più rapida, finché non riuscì a piantare la barra nel corpo del suo avversario.
Lo vide contorcersi e cadere a terra, dove nel giro di due secondi si dissolse, lasciando solo una macchia nera sull’asfalto crepato.
Uno spostamento intravisto con la coda dell’occhio lo fece voltare di scatto, per poi abbassarsi velocemente e schivare una barra di ferro, che gli passò a pochi centimetri dalla testa.
Ah bene, questo preferisce il corpo a corpo. Accontentiamolo!
Una strana dose di rabbia e violenza si era impossessata di lui, ma Salomon in quel momento non aveva tempo di ragionare sul perché: era in pericolo e doveva uccidere o essere ucciso.
Con un rapido movimento raccolse la barra da terra e parò il secondo attacco dell’essere. Non era mai stato uno spadaccino, ma per sua fortuna neanche l’altro sembrava che lo fosse; cominciò quindi ad attaccare velocemente e con ferocia, finché riuscì a colpire il braccio dell’essere e a fargli cadere la barra. In una frazione di secondo lo trapassò da parte a parte, lasciandolo poi cadere a terra, dove si ripeté la stessa scena di poco prima.
Si guardò velocemente intorno e notò che c’erano molti umani che combattevano contro questi esseri e allora si diresse verso il più vicino, armato solamente della barra e della sua rabbia.
Il primo essere lo infilzò senza che neanche si girasse e, incontrando lo sguardo dell’uomo contro cui stava combattendo, vide un sorriso di ringraziamento.
Guidato dal suo istinto, Salomon si fiondò su tutti gli esseri che vedeva. Ne abbatté tanti, finché a un certo punto si rese conto che era calato un silenzio irreale.
Il terreno intorno a lui era costellato di macchie nere e molti uomini e donne stavano guardandosi intorno con i nervi tesi, pronti a un eventuale attacco a sorpresa. Passarono alcuni secondi, poi tutti si resero conto che era finita, quindi si rilassarono e abbassarono le armi.
Col calo della tensione e dell’adrenalina, Salomon sentì le gambe molli e si sedette a terra. Ora che l’emergenza era finita, iniziò a guardarsi intorno cercando di capire dove si trovasse, cosa stesse succedendo, chi fossero quegli esseri e soprattutto perché non ricordasse assolutamente nulla di tutto questo.
Questi sembrano i resti di una città, ma quale?
Guardo l’orizzonte e vide delle montagne che conosceva bene, le Alpi. Erano esattamente come le aveva sempre viste lui, la stessa parte dell’arco alpino.
Quindi vuol dire che qui siamo a…
«Salomon!» un urlo lo strappò dai suoi ragionamenti. «Mio Dio, Salomon sei vivo!»
Prima che potesse dire qualcosa, Julia gli si gettò addosso e lo abbracciò forte; l’uomo per tutta risposta la strinse a sé e venne invaso da una grande felicità. Rimasero così per un minuto buono e, se avesse potuto, Salomon sarebbe rimasto così per sempre.
«Julia!» disse infine «Dove… dove siamo? Cosa sta succedendo?»
La donna lo guardò spaventata, poi scoppiò a piangere e si appoggiò al petto di Salomon.
Lui le accarezzò la testa cercando di calmarla, finché dopo un po’ Julia smise di singhiozzare e si tirò su.
«Allora ha colpito anche te…» c’era tristezza e amarezza nella sua voce.
«Di cosa stai parlando?»
«Come faccio a spiegartelo in due parole…?» Julia aveva il volto rigato dalle lacrime. Rimase alcuni secondi con lo sguardo perso nel vuoto, poi disse «Siamo in guerra, Salomon, da anni. L’umanità intera, o meglio quel che ne resta, sta lottando per la sua sopravvivenza.»
«Guerra? Contro chi?»
«Forse è meglio che lo veda da te.» Lo prese per mano e lo portò verso un mucchio di macerie più alto degli altri.
Quando arrivarono in cima, Salomon impallidì.
Davanti a lui si stendeva Torino, per lo più distrutta, e qualche chilometro più avanti c’era una grande barriera nera, che arrivava così in alto da oscurare completamente il cielo azzurro sopra la città. Cosa ci fosse oltre quella massa nera non si riusciva a capire, ma sembrava che lì dentro sparisse tutto.
«Li hanno chiamati gli Oscuratori e, un metro alla volta, stanno conquistando la Terra ed eliminando i suoi abitanti.»
Salomon rimase a fissare quello spettacolo inquietante per alcuni secondi, fin quando sentì di nuovo le gambe cedere e cadde a terra, mentre nella sua testa c’era una grande esplosione di luci e suoni.